Arredare spazi piccoli: una casa intera in 20mq
Progettare lo spazio vuol dire confrontarsi con dimensioni, quantità di luce, finiture, e tutto ciò che contribuisce a creare un’armonia in ciò che ci circonda, e che sarà il luogo in cui vivremo.
Quando ci troviamo a dover arredare spazi piccoli, come ad esempio un monolocale, o un piccolo open space, la situazione va calibrata molto attentamente, per non rischiare di trovarsi in situazioni che creino senso di oppressione o chiusura, o che ostruiscano i punti di vista privilegiati.
Vediamo di seguito alcuni accorgimenti studiati per alcune situazioni particolari e un progetto che stiamo seguendo in questo periodo, che tra non molto vedremo realizzato.
1 La luce
In uno spazio piccolo si deve stare molto attenti alle fonti di luce naturale, in modo da non ostruirne il passaggio, e anzi, cercare di potenziarla grazie a superfici chiare, magari riflettenti. In alcuni casi avere degli specchi posizionati nei posti giusti può far diventare lo spazio più grande, allargando le prospettive, creando l’illusione ottica di una stanza in più.
I punti luce vanno studiati in modo adeguato, magari privilegiando punti meno visibili.
Evitare grossi lampadari o strutture imponenti, mentre ok per lampade a braccio, regolabili in varie direzioni…a volte un paio di queste lampade, magari direzionate sul soffitto bastano ad illuminare l’intero locale.
HT Apartment di Landmak Architecture
a sinistra: Penthouse in Rosales, Madrid di Ábaton Architect – a destra: CASA P di Ruatti Studio Architetti
2 L’altezza
Quando se ne ha la possibilità valutare di utilizzare lo spazio in altezza: l’ideale è cercare di dividere zona notte da zona giorno, magari con un soppalco per il letto e sotto recuperare lo spazio per armadiature, librerie e la zona living.
Questo permette di eliminare l’ingombro del letto, che si sa che occupa davvero molto spazio, e creare vani per riporre la roba in modo comodo.
Un’altra soluzione sono le scaffalature o gli armadietti in quota: potenziare lo spazio sistemando le cose in alto, magari quelle che uso di meno, può essere una soluzione per recuperare lo spazio.
Ad esempio lo spazio sopra la porta di ingresso, può essere sfruttato con un mobile che creerà anche un abbassamento entrando, cosa molto indicata per gli ingressi delle abitazioni, in quanto da la sensazione di raccoglimento.
Insomma, se si deve arredare spazi piccoli ma alti le soluzioni possono davvero dare molte soddisfazioni !
a sinistra: Schleischer Strasse 20 a Berlino di Luca Picardi, Luca Valerio Lonardo, Roberto Aruta – a destra: progetto per spazio minimo abitabile di Tiziana Staffieri
a sinistra: Apartment Wiesbaden in Germania di Studio Oink – a destra: Quintana 4598 di Intile & Rogers arquitectura
3 Le proporzioni
Molto importanti sono le proporzioni degli oggetti che si vanno a posizionare negli spazi piccoli.
L’ideale è creare degli arredi su misura, che facciano attenzione al centimetro di troppo, ma se non si ha la possibilità fare attenzione ad esempio alla dimensione del letto, del divano, delle poltrone e delle armadiature.
Il letto da 140cm, alla francese, potrebbe essere sufficiente, e per riporre i vestiti non servono 60cm di profondità, ma ne bastano 40, con l’appenderia posta frontalmente.
Prima di acquistare un arredo per la vostra piccola casa prendere quindi molto bene le misure, anche e soprattutto degli spazi che rimarranno vuoti!
Progetto per un piccolo appartamento di INT2 Architecture
4 Contenitori
In una casa piccola è molto utile studiare l’arredamento in modo da sfruttare qualsiasi superficie, qualsiasi punto che potenzialmente potrebbe diventare un contenitore, un cassetto, un’antina, per chiudere i nostri oggetti e non creare disordine.
Se abbiamo una scala prediligiamo un’armadiatura che ne segua l’andamento o dei ripiani al di sotto, oppure per un letto, prevediamo sempre dei cassettoni nella parte inferiore, che si riveleranno molto utili ad esempio per tenere la biancheria pulita.
Una seduta può diventare una scatola per contenere, un armadio può essere studiato per ottimizzare il numero di vani in tutte le direzioni, e così via.
In questo caso si capisce il miglioramento che si ha nel progettare una casa piccola su misura, piuttosto che riadattando arredi esistenti.
Contenitori in spazi di risulta – Appartamento a Monaco di Baviera
a sinistra: scala-contenitore a Korivama, Giappone, di Kotaro Anzai – a destra: un esempio di scala contenitore trovata sul web
5 Un progetto in fase di realizzazione
Il progetto di cui parlerò qui di seguito nasce per l’esigenza di del nostro cliente di organizzare al meglio lo spazio, e dividere la zona notte dalla zona giorno.
Grazie all’altezza siamo riusciti a prevedere una zona letto su soppalco, direttamente appoggiata su armadiature e librerie al livello sottostante.
Il progetto è diventato davvero una sfida per non sprecare centimetri preziosi, ma allo stesso tempo non togliere luce e spazio in un ambiente già di per se molto piccolo. Abbiamo quindi escluso di frazionare la stanza in due parti, come inizialmente si pensava, perché dividere 18 mq in effetti voleva dire davvero dimezzare lo spazio vitale.
Il fatto di creare la zona letto su soppalco ha permesso di avere un’ambiente unico sottostante, dove sistemare le varie funzioni della vita quotidiana: una cucina ad angolo che diventa armadiatura da un lato, e una panca/cassettiera/libreria dall’altra. Da una parte un volume più chiuso e dall’altra un arredo più leggero, meno invasivo, essendo visivamente collocato nella prospettiva di ingresso.
La panca fungerà da svuota tasche/scarpiera nel primo tratto, nel secondo da seduta per un tavolino pranzo e nella terza cassettoni utili per riporre qualsiasi cosa.
Al soppalco si potrà accedere da una scala a gradoni per recuperare spazio in altezza, con sotto dei vani attrezzati.
Sopra ancora vani dove riporre oggetti e una libreria leggera che fa da parapetto, che separa in modo leggero, non chiude rispetto alla luce ma lascia la privacy della zona notte.
Il tutto è pensato in toni chiari, come bianco e rovere sbiancato, per fare da sfondo agli oggetti della vita quotidiana.
Qualche sfida da proporci per sistemare i vostri spazi?
Aspettiamo con piacere le vostre proposte!
Render del progetto all’ingresso.
Arredare camera da letto: una mansarda a Monaco di Baviera
Ore 10.00, mercoledì
L’appuntamento per la partenza era più o meno a quell’ora in falegnameria. Quando arrivo i ragazzi stanno ancora caricando il furgone noleggiato per l’occasione, e la prima cosa che penso è “ma ci starà tutta questa roba nella camera di Laura e Stefano?”
Mi avevano contattato l’estate appena passata, per arredare la loro camera da letto in mansarda, nella loro nuova casa a Monaco di Baviera. Non semplice per noi che veniamo dall’Italia, ma fattibile, e soprattutto interessante come progetto!
Avete presente quelle case tedesche coi tetti super spioventi? Ecco la loro casa è proprio così, su due livelli, entrambi con le pareti inclinate, e la loro camera è stata ricavata da una specie di soppalco, chiuso però su tutti i lati.
Ottimizzazione dello spazio. Questo era il tema principale. E poi funzionalità, praticità, bellezza, ovviamente. Legno chiaro. Ma anche azzurro, che è il colore preferito di Laura.
Partiamo con un po’ di ritardo, per un viaggio di 6 ore e passa verso la Germania. Va tutto liscio, a parte un po’ di neve in Austria. La temperatura si è decisamente abbassata rispetto che da noi, e al posto di un bel cielo terso troviamo pioggia battente e vento.
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Ore 19.30
Arriviamo a Monaco di Baviera, a casa di Laura e Stefano.
Iniziamo a scaricare. Ci sono 4 piani di scale da fare per arrivare alla camera. Igor ed Elia portano su il grosso, io do una mano, anche se più di qualche ripiano e cassetto non riesco a portare…penso che forse, una volta tornata a Milano, sarebbe meglio iscriversi a qualche corso in palestra!
Ci vuole un po’ per scaricare, e a vedere sembra davvero una montagna di roba. L’indomani tutto andrà al suo posto, ma per ora tutto giace lì impilato, appoggiato e accatastato.
Dopo le dieci di sera è veramente difficile che ci siano ancora posti in Germania che ti diano da mangiare…abbiamo sforato il limite massimo, quindi ripieghiamo su un comodo fast food, e rischiamo di rimanerci chiusi dentro, essendo gli ultimi clienti della giornata!
Ci salutiamo e ognuno va a dormire, io da Laura e Stefano, e Igor ed Elia in un B&B li vicino.
Ore 7.00, giovedì
Inizia il montaggio a casa di Laura e Stefano.
I ragazzi si sono svegliati presto, e quando arriviamo Laura ed io, verso le 8.30, loro hanno già sistemato un bel po’ di pezzi.
Lo spazio è piccolo, e li lasciamo lavorare incessantemente dando un’occhiata e facendo qualche foto ogni tanto.
Le chiacchiere con le amiche sono sempre piacevoli, e così la mattinata mi sfugge via, e ogni volta che vado al piano di sopra la camera prende sempre più forma!
Portiamo un panino ai due lavoratori instancabili, che ottimisticamente ci dicono che potrebbero finire il lavoro in un solo giorno, e ripartire dunque subito dopo. Sembra incredibile, ma in effetti a giudicare dai pezzi mancanti, sembriamo a buon punto.
Durante le ore di lavoro hanno avuto a che fare con pareti fuori quadra, doppie inclinazioni, spazi stretti, e chi più ne ha più ne metta, ma ai nostri occhi sembra tutto perfettamente calzante, merito della loro indiscutibile abilità.
Ore 19.30
Si riparte!
Come promesso, dopo aver montato anche l’ultima maniglia, e aver pulito il grosso dei trucioli, Igor ed Elia sono pronti per ripartire, affrontando un viaggio in notturna. Io no. Io nel frattempo ho deciso di restare ancora la mattina dopo, e prendere un treno per tornare. Rimango per aiutare Laura a sistemare, e per scattare qualche foto.
Li salutiamo e brindiamo al volo con un po’ di birra tedesca, e tra di noi ci risentiremo l’indomani per gli aggiornamenti sul viaggio e sul lavoro.
Come promesso la mattina dopo faccio le foto, e Laura mi aiuta e mi fa da modella.
Cerco di catturare tutti i dettagli e e angolazioni, non voglio tralasciare nulla. Le armadiature, le superfici in legno di rovere sbiancato, il gioco delle librerie con gli inserti colorati di azzurro, come piace a lei.
Ogni angolo è studiato per contenere qualcosa: carrelli ad estrazione per scarpe o appenderia, cassetti, ante segrete.
Essendo una camera da letto in mansarda era difficile capire come potenziare lo spazio, per via delle varie inclinazioni, e dell’altezza limitata; abbiamo cercato di sfruttare nicchie, chiudere parti inaccessibili, e abbiamo creato una porta scorrevole per recuperare cm tra la libreria e il letto.
Bravi i falegnami per l’ingegno e la professionalità nel lavoro, non ci deludono mai!
Una cucina rustica tra il mare e i fiori delle Azzorre
Siamo ormai lontani dalle stupende montagne vulcaniche delle Azzorre, e dal suo mare pulito e vasto, ma ogni tanto la mente vaga tra i ricordi e i profumi delle isole, facendoci riassaporare il relax del vento che accarezza la pelle.
Nel nostro viaggio abbiamo avuto la fortuna di incontrare molte persone, e pernottare in luoghi unici che di sicuro siamo lieti di consigliare; uno tra questi si trova a Povoação, nell’isola di São Miguel.
Quinta Atlantis nasce dalle rovine di un’ex scuola del paesino costruita da una ricca famiglia di Sao Miguel, ed è stata ristrutturata con estremo gusto e rispetto per la tradizione.
Troverete un clima accogliente e gentile, e la mattina sarete coccolati dalle stupende colazioni di Adelia, tra marmellate fatte in casa, pane caldo dell’isola. Interessante sentire da lei e suo marito come hanno risistemato questo posto ormai invaso dalla vegetazione e abbandonato a se stesso per portarlo allo splendore che è oggi.
Pezzo forte della casa è sicuramente la loro cucina rustica, con un pavimento in pietra, e i colori delle Azzorre tutto intorno, ed è proprio questa che voglio mostrarvi con alcune foto fatte durante il nostro soggiorno li.
L’arredamento è fresco e nello stesso tempo ricco, pieno di dettagli che fanno pensare alle tradizioni locali, ma anche alle contaminazioni che arrivano da terre lontane, ad esempio ricordano lo stile provenzale, o addirittura le cucine shabby chic. L’azzurro è il colore dominante, e il nero della pietra lavica completa il quadro.
I fiori decorano gran parte degli ambienti, e avvolgono del loro profumo chi si trova a passare di li, per un te o un caffè, o per scambiare due semplici chiacchiere.
Direi che si tratta di un ottimo spunto per creare le nostre cucine su misura in un modo un po’ diverso dal solito!
Si riparte!
Siamo rientrati da poco dalla pausa estiva, e nel cuore abbiamo ancora il sole e il mare, e gli immancabili sogni per il futuro!
Ancora una volta vi propongo le immagini di Sarah Goodreau, prese dal suo meraviglioso sito…mi piacciono sempre le atmosfere che riesce a creare nelle sue illustrazioni, dategli un occhio!
Quando l’architettura temporanea incontra il game design
Io, come già sapete, mi occupo di architettura e design, mentre Augusto si occupa, tra le altre cose di giochi urbani.
Se si uniscono queste due cose, va a finire che ci ritroviamo a partecipare a quello che è considerato un Campionato del Mondo di gioco e trasformazione urbana, e magari tra le altre cose, ci capita anche di vincerlo!
Torniamo oggi da un’esperienza incredibile, che unisce proprio queste due cose, e in più ci mette il fatto di creare qualcosa per la città, che sia capace di far vivere alle persone un’esperienza, un gioco…perché giocare fa bene, sempre, ad ogni età!
72 Hours interactions è il nome della manifestazione organizzata da 72 hours urban action, Invisible Playground e Urbane Künste Ruhr che ha visto 5 team da 12 persone provenienti da tutto il mondo sfidarsi con abilità costruttive e creatività per realizzare un’ architettura temporanea per la città di Witten.
Il mio team, gli Herdecke Sawhorses, è stato quanto di meglio io potessi immaginare per un gruppo di lavoro!
Grazie quindi a :
Marcus Boinet (FR), Charlotte Thon (FR), Mariateresa Paolicelli (IT), Matteo Uguzzoni (IT), Augusto Pirovano (IT), Claudio Pesoli (IT), Marie Sammet (DE), Jirka Wolff (DE), Angelika Weissheim (DE), Mathias Wunderlich (DE), Jason Corace (US)
Ogni team ha avuto una missione da svolgere, la nostra era: ” Create un luogo per ricordare il futuro”.
Non così semplice direi!
72 ore di tempo per progettare, ideare, costruire e assemblare la nostra idea, un’interazione tra architettura e gioco urbano, in modo che le persone del vicinato potessero utilizzare la struttura, in modo che i bambini potessero giocarvi.
Ecco la planimetria del progetto: una piazza con un grande monumento un po’ defilato per i cambiamenti temporali, e un passaggio, percorso ogni giorno da molte persone. Di fianco un parcheggio e una ricicleria. Nessuna attrattiva, nessun motivo per fermarsi e sostare in quel luogo.
L’idea era proporre un gioco integrato in un’architettura temporanea, che fosse anche un percorso, spezzato in due come suggerivano i confini del lotto di progetto. Libertà dunque di interazione con la struttura, libertà di tirare dritto e andare per la propria strada.
Il percorso è stato concepito come un itinerario nelle varie fasi della vita, dall’infanzia alla vecchiaia, passando per adolescenza ed età adulta.
L’architettura scandisce le tappe, e si trasforma nello spazio, creando prima uno scivolo per i più piccoli, fino ad un tavolo da lavoro o a una panchina per riposare.
Ma come si gioca?
Semplice, è una gara tra due giocatori.
Si parte agli estremi del percorso, si suona un campanello e si seguono le tracce per terra e sulla struttura, che indicano dei passi, dei salti, delle mani da appoggiare, delle direzioni da prendere. Ad un certo punto del percorso ci si incontrerà, e allora ci sarà da districarsi, da incastrarsi, da aggrovigliarsi…da ridere insomma!
Chi vince? chi arriva per primo dall’altra parte.
I passi e le mani seguono la logica temporale delle fasi della vita, e ricalcano concettualmente delle posizioni familiari; ti troverai quindi a gattonare, a camminare all’indietro, a sederti, o passare sotto ad un ostacolo.
La cosa più bella di tutto questo? Senza dubbio la gente, il gruppo, non solo il mio, ma anche gli altri team, ma anche le persone che si sono divertite nel mettersi in gioco, quelle stupite, quelle che hanno creduto in questa impresa e che hanno fatto in modo che diventasse realtà.
Siamo tornati a casa con una carica incredibile addosso, pensando di aver lasciato un segno e perché no, di poterlo un giorno ripetere.
Un arredo a misura di gatti, cani e perché no, conigli!
Parliamo sempre di interni, e parliamo di mobili su misura. Ma questa volta l’attenzione è rivolta ai nostri amati animali domestici, che vivono la casa quanto noi, anzi, in qualche caso anche di più.
Voi ci avete mai pensato ad un arredo a misura di gatti, cani e… perché no, conigli?
Di sicuro l’idea di creare dei mobili su misura per loro soddisfa molto più le nostre esigenze di ordine e armonia degli spazi rispetto al loro gusto personale, che si sa, viene plasmato dalla nostra vicinanza.
Ma penso che soprattutto negli ambienti dove c’è poco spazio, sia un’ottima soluzione per vivere meglio questa convivenza.
Qui di seguito alcune realizzazioni di arredamento molto molto particolari!
A sinistra I-CHI Cat House, una casa dove i gatti hanno libero sfogo, disegnata da uno studio indipendente di Taipei, a destra il Cat-table, di Ruan Hao per Hangzhou
A sinistra la “Rocking-2-gether Chair” by Paul Kweton, a destra alcuni degli arredi pet-frendly di Modernist Cat di Crystal Gregory
Sono perlopiù arredi volti al gioco, alla scoperta, che stimolano la curiosità del nostro animaletto, e in alcuni casi, come per i conigli, creano un diversivo per evitare la distruzione progressiva del resto della casa!
Perché parlo così?
Perché ho un coniglio a casa. E si chiama Mirò. Nemmeno per un momento mi è venuto in mente di tenerlo in gabbia, per cui casa mia è casa sua…anzi, il contrario!
È stato importante per i primi tempi, quelli in cui in coniglio sviluppa la sua vena distruttiva in quanto deve impossessarsi dell’ambiente che lo circonda, mettere in sicurezza alcuni punti, come i cavi elettrici e gli angoli dei muri (è ghiotto di intonaco!!), ma per il resto me la sono cavata con qualche angolino sbeccato.
La sua cuccia è una vera e propria casa: ha la toilette, la cucina dove mangia, il posto dove fare il riposino e non mancano delle tane dove può nascondersi in santa pace.
Questa è la sua cuccia; il calorifero è ovviamente spento, e serve per creare un piano di appoggio per la tana del fieno. Le altre cassette sono un gioco: nascondigli e pedane dove saltare.
In cantiere c’è un progetto, che è quello di una parete libreria con la parte bassa adibita a gioco, con aperture e tunnel, angoli da sgranocchiare e posti dove rintanarsi. Non vedo l’ora di vederne un prototipo!
E voi avete mai pensato ad un mobile su misura per il vostro animale? Nei vostri sogni come dovrebbe essere?
Provate a dirmelo qui sotto, con un commento!
4 tecniche per ristrutturare casa e ottimizzare lo spazio
Rispolverando gli archivi fotografici è saltato fuori il progetto per la casa di Sara del 2009, che a quel tempo aveva deciso di andare a vivere da sola, e che, sempre allora, mi aveva chiamata per darle una mano per ristrutturare casa, e sfruttare al meglio uno spazio di per sé piuttosto piccolo.
Si parla di una circa 40 mq, che in origine sembravano mal sfruttati, ma che con alcuni accorgimenti siamo riuscite a rendere più vivibili. Eccone alcuni!
Open space
L’appartamento era composto da due ambienti ben distinti e non comunicanti; l’idea di unire le due stanze e creare un ambiente unico è sembrata la soluzione vincente, sia per la luminosità che per la distribuzione dello spazio. Abbiamo così collegato i due ambienti con un grande arco, collocando da una parte la cucina pranzo, e dall’altra il soggiorno.
Soppalco
Avendo una notevole altezza abbiamo pensato di creare una zona soppalcata, sulla quale inserire la zona notte: quest’ultima risulta piuù appartata, ma comunque collegata al resto della casa, e per ottimizzare lo spazio abbiamo collocato la scala nella nicchia già presente in un angolo.
Il soppalco è stato realizzato interamente in legno, dalle travi alle finiture, in parte naturali in parte laccate bianche, e completato da una ringhiera in ferro verniciato bianco.
Cabina armadio
Sotto al soppalco, in linea con la struttura portante dell’appartamento, abbiamo ricavato una cabina armadio, con pareti in cartongesso e porta rasomuro. Rimane così tra la scala di accesso al soppalco e la parte dedicata al soggiorno, sfruttando quando più spazio possibile.
Un altro spazio ‘ripostiglio ‘ è stato ricavato grazie ad un ribassamento portante nella zona bagno, accessibile dal soppalco. Per questo una antina a libro chiude un vano abbastanza grosso da contenere valigie, cambio stagioni e biancheria.
Penisola cucina
La zona cucina è collegata col resto della casa con una penisola,su cui sono posizionati i fuochi. Chi cucina è diretto verso l’area pranzo, creando un pretesto di convivialità e scambio.
Ci si può sedere a tavola, oppure accomodarsi sugli sgabelli della zona snack, in attesa di essere serviti.
Per ristrutturare casa a volte bisogna avere delle idee, anche semplici, capaci di rendere lo spazio meno angusto e, se si riesce a dialogare col cliente nel modo giusto, i risultati danno delle belle soddisfazioni!
Una cameretta per tre ragazze: 10mq per dormire, studiare e giocare
Non stavamo più nella pelle per questa cameretta: l’abbiamo pensata, progettata, ripensata insieme a Raffaella e le sue bimbe, abbiamo scelto i colori, abbiamo atteso, e adesso eccola realizzata!
Ho assistito al montaggio, ieri mattina, e sono arrivata munita di macchina fotografica, proprio per fare un degno reportage di questa realizzazione.
Igor e i suoi sono stati velocissimi, e poco dopo l’ora di pranzo il lavoro era terminato.
Molto soddisfatti!
L’armadiatura a tutta altezza è stata pensata con parti apribili con ante e parti a giorno, e anche dietro il letto abbiamo pensato di sfruttare lo spazio con dei vani con apertura a ribalta per contenere coperte e cuscini.
Il letto a castello a tre posti risolve il problema del poco spazio con un letto ad estrazione, che deve essere posizionato lungo l’altra parete, dove sono presenti le scrivanie.
A tal proposito le scrivanie sono state pensate per essere richiudibili, per essere utilizzate solo alla necessità e per il resto risparmiare spazio. Qui altri dettagli della cameretta, battezzata Masuva‘, in onore di Matilde, Susanna e Valentina.
Ecco una foto del letto a castello con doghe e della parte retro con il comodino e il vano contenitore a ribalta
Le fasi di montaggio sono state eseguite in modo veloce e preciso, e tutto è stato reso sicuro e affrancato alla parete con i moduli collegati tra di loro.
La sorpresa più bella è stato il rientro improvviso delle bimbe, e le loro facce piene di gioia per il loro nuovo spazio, tutto da vivere e sistemare a modo loro.
Anche tu stai cercando camerette per ragazze pensate per ottimizzare lo spazio a disposizione?
Contattaci e la progetteremo insieme!
Una cucina su misura: 4 buoni motivi per sceglierne una
Forse di tutte le tipologie di arredo, la cucina è quella che più deve fare i conti con i vincoli dello spazio, e per questo scegliere una cucina su misura può essere un gran vantaggio per avere un buon risultato.
Siamo di fronte a vincoli riguardanti gli impianti, che purtroppo molto spesso vengono installati senza pensare a quale sarà la nostra idea di cucina, e che ci influenzeranno per la realizzazione e la posizione degli elettrodomestici.
Su questi ultimi poi, siamo di fronte a misure standard, il classico 60x60cm che vincola la nostra mente da ormai troppo tempo.
Una cucina su misura può e deve tenere conto di queste cose, ma ha il vantaggio che dove se ne ha l’occasione ci si può svincolare dagli schemi e pensare a ciò che è più giusto per noi, per la nostra statura, per le nostre abitudini, per il nostro modo di vivere lo spazio.
1 – PROFONDITÀ
La profondità standard è 60cm. Perché? perché gli elettrodomestici sono 60cm e perchè la nostra mano arriva perfettamente a 60cm in avanti. Ma volendo arriva anche oltre. E allora sarebbe bello slegarsi da questo dato, e pensare dove è possibile di progettare cucine con profondità di 62,65, 70 e, perchè no, 80cm! Avremmo tutto il piano di lavoro a disposizione e tutti gli attrezzi necessari sul fondo, in una fascia attrezzata, dove creare contenitori, porta mestoli, vaschette per scolare i piatti, vasi dove coltivare le erbe, etc.
Linea pulita e semplice: creazione di una fascia attrezzata dietro al piano di lavoro.
Più profondità e creazione di una fascia attrezzata.
2 – SVILUPPO IN ALTEZZA
Le cucine solitamente si compongono di parte bassa, per gli elettrodomestici, e parte alta, con pensili dispensa e contenitori.
In alcune case l’altezza permette di sviluppare vani al di sopra di ciò che siamo abituati a comprare: una cucina su misura può prevedere che i mobili vadano fino al soffitto, aumentando la capacità e permettendoci di sfruttare al meglio lo spazio.
Una cucina pensata per sfruttare la parete fino in alto, e creare un gioco di volumi che si incastrano.
3 – ERGONOMIA
Ognuno di noi è diverso, e per questo ha bisogno, per lavorare comodamente, di altezze diverse, di attrezzature diverse e quant’altro. Una cucina su misura tiene conto di questo: i mobili non vengono presi da un negozio e portati a casa vostra, ma creati appositamente per voi, e quindi studiati sulla fisionomia e sulle vostre abitudini. Un cliente è soddisfatto quando riesce ad usare ciò che ha comprato con comodità.
Questa è la via per uno sviluppo di cucine per persone con ridotta capacità motoria, che non si limita a riadattare moduli esistenti con qualche accorgimento, ma che si inventa da zero il mobile più adatto.
Questa cucina nasce in un ambiente molto piccolo: la parte centrale è servita da mensole, di più facile utilizzo della cliente.
4 – DIVERTIMENTO
Se scegli una cucina su misura, puoi farla come vuoi tu!
Sembra una banalità, ma è una cosa che prima non c’era, e che viene creata man mano che tu ci metti le idee.
Ci si limita spesso a dire “ voglio una cucina come quella”, indicando l’ennesima cucina bianca e ultra pulita vista su una rivista di architettura.
Non si valutano invece le potenzialità del fatto di creare una cosa da zero: i materiali, la forma, i colori…tutto potrebbe parlare di noi, se solo lo volessimo!
Una cucina su misura può essere personalizzata per forma, finiture, dettagli che fanno la differenza. In questa immagine è stata utilizzata come suggestione per una carta da parati un disegno di Fornasetti.
E voi? come immaginereste la vostra cucina dei sogni?Avete mai pensato a progettarla su di voi?
Una casa su misura dei ricordi
Chi è passato da casa dei miei genitori, è rimasto di sicuro colpito dalla quantità di oggetti che contiene, accuratamente disposti, con una cura meticolosa.
Quadri, vasi, foto, e ogni sorta di ricordo è li, a comporre un’armonia, una vita.
Giochi di specchi aiutano ad amplificare la forza delle prospettive, e l’occhio non ha sosta mentre si perde nei dettagli.
Hanno di sicuro avuto una vita ricca. i miei, e per loro la casa è un rifugio sicuro, un nido dove ogni cosa parla di loro e di cosa hanno fatto.
La musica, il teatro, l’arte. La famiglia.
Questo voleva essere un esempio di quanto a volte possa essere bella una casa senza essere minimalista a tutti i costi. Spesso cerchiamo di ‘assomigliare’ a quello che vediamo nelle riviste, e scegliamo una cucina o un armadio in base a quello che non ci crei troppi vincoli. ‘Neutrale’ sembra essere la parola d’ordine.
Quando ti trovi davanti a una casa come questa non puoi che esserne affascinato. Le persone e il luogo si fondono, e lo spazio è pensato per loro, e per nessun altro.
Arredare casa vuol dire anche questo: lasciare che la nostra personalità venga fuori, che ci sentiamo a nostro agio, e a volte il nostro compito si limita ad accompagnare nelle scelte, non a forzarle.
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