Come arredare un monolocale? Su misura è meglio!
Quando Alessia ed Emad mi hanno contattato un po’ di mesi fa per progettare e realizzare l’arredo del loro monolocale probabilmente non si aspettavano che meno di 20 mq potessero ospitare tutto quello che una normale casa ha; una ampia cucina, armadiature per riporre i vestiti, cassetti e sportelli per ogni genere di cosa, letto matrimoniale, librerie e zona pranzo, nonché lo spazio per creare una piccola zona relax.
Di questo progetto abbiamo già parlato in passato, e finalmente lo vediamo finito in tutte le sue parti, e abitato dai suoi proprietari.
La bravura è stata anche quella del nostro falegname Igor di studiare una struttura che risultasse non ingombrante (lo spessore del soppalco è di soli 8cm), e molto solida, integrandosi bene con tutto il resto dell’arredo.
Quando ci si chiede come arredare un monolocale, bisogna pensare che non tutti gli arredi standard sono ottimali, per questo una progettazione su misura può essere la giusta soluzione a qualsiasi problema di spazio e di armonia di forme.
Incredibilmente lo spazio sembra aumentato con l’installazione dell’arredo, rispetto alla casa vuota, e il soppalco non risulta ingombrante, grazie anche all’altezza del locale.
L’arredo, e quindi la struttura soppalco è interamente smontabile, e non grava sulle pareti. Tutto è in legno multistrato, e realizzato tenendo d’occhio i costi, mantenendo un buon rapporto qualità-prezzo.
Siamo davvero soddisfatti del risultato, e della sfida che siamo riusciti a portare a termine!
Hai anche tu un piccolo appartamento da arredare? non sai come arredare il tuo monolocale in modo ottimale? Contattaci, lo progetteremo insieme!
Io Donna parla di noi!
Vi ricordate la partecipazione al Campionato del Mondo di Gioco e Trasformazione Urbana?
È stato questo ad incuriosire Auro Bernardi, e a farci incontrare per quattro chiacchiere nel nostro studio di via Paolo Sarpi.
Una storia che bene si presta al magazine Io Donna, in quanto oltre a me altre 4 ragazze hanno fatto parte del Team che ha vinto la competizione, realizzando un’opera temporanea a metà tra l’arredo urbano e il gioco.
Un piacere ricordare quell’esperienza, e il mio meraviglioso team: Mariateresa Paolicelli, Charlotte Thon Marie Sammet, Angelika Weissheim, Augusto Pirovano, Matteo Uguzzoni, Claudio Pesoli, Marcus Boinet, Jason Corace, Jirka Wolff e Mathias Wunderlich.
Ma visto che di donne si parla, ecco un tributo alle campionesse!
Arredare spazi piccoli: una casa intera in 20mq
Progettare lo spazio vuol dire confrontarsi con dimensioni, quantità di luce, finiture, e tutto ciò che contribuisce a creare un’armonia in ciò che ci circonda, e che sarà il luogo in cui vivremo.
Quando ci troviamo a dover arredare spazi piccoli, come ad esempio un monolocale, o un piccolo open space, la situazione va calibrata molto attentamente, per non rischiare di trovarsi in situazioni che creino senso di oppressione o chiusura, o che ostruiscano i punti di vista privilegiati.
Vediamo di seguito alcuni accorgimenti studiati per alcune situazioni particolari e un progetto che stiamo seguendo in questo periodo, che tra non molto vedremo realizzato.
1 La luce
In uno spazio piccolo si deve stare molto attenti alle fonti di luce naturale, in modo da non ostruirne il passaggio, e anzi, cercare di potenziarla grazie a superfici chiare, magari riflettenti. In alcuni casi avere degli specchi posizionati nei posti giusti può far diventare lo spazio più grande, allargando le prospettive, creando l’illusione ottica di una stanza in più.
I punti luce vanno studiati in modo adeguato, magari privilegiando punti meno visibili.
Evitare grossi lampadari o strutture imponenti, mentre ok per lampade a braccio, regolabili in varie direzioni…a volte un paio di queste lampade, magari direzionate sul soffitto bastano ad illuminare l’intero locale.
HT Apartment di Landmak Architecture
a sinistra: Penthouse in Rosales, Madrid di Ábaton Architect – a destra: CASA P di Ruatti Studio Architetti
2 L’altezza
Quando se ne ha la possibilità valutare di utilizzare lo spazio in altezza: l’ideale è cercare di dividere zona notte da zona giorno, magari con un soppalco per il letto e sotto recuperare lo spazio per armadiature, librerie e la zona living.
Questo permette di eliminare l’ingombro del letto, che si sa che occupa davvero molto spazio, e creare vani per riporre la roba in modo comodo.
Un’altra soluzione sono le scaffalature o gli armadietti in quota: potenziare lo spazio sistemando le cose in alto, magari quelle che uso di meno, può essere una soluzione per recuperare lo spazio.
Ad esempio lo spazio sopra la porta di ingresso, può essere sfruttato con un mobile che creerà anche un abbassamento entrando, cosa molto indicata per gli ingressi delle abitazioni, in quanto da la sensazione di raccoglimento.
Insomma, se si deve arredare spazi piccoli ma alti le soluzioni possono davvero dare molte soddisfazioni !
a sinistra: Schleischer Strasse 20 a Berlino di Luca Picardi, Luca Valerio Lonardo, Roberto Aruta – a destra: progetto per spazio minimo abitabile di Tiziana Staffieri
a sinistra: Apartment Wiesbaden in Germania di Studio Oink – a destra: Quintana 4598 di Intile & Rogers arquitectura
3 Le proporzioni
Molto importanti sono le proporzioni degli oggetti che si vanno a posizionare negli spazi piccoli.
L’ideale è creare degli arredi su misura, che facciano attenzione al centimetro di troppo, ma se non si ha la possibilità fare attenzione ad esempio alla dimensione del letto, del divano, delle poltrone e delle armadiature.
Il letto da 140cm, alla francese, potrebbe essere sufficiente, e per riporre i vestiti non servono 60cm di profondità, ma ne bastano 40, con l’appenderia posta frontalmente.
Prima di acquistare un arredo per la vostra piccola casa prendere quindi molto bene le misure, anche e soprattutto degli spazi che rimarranno vuoti!
Progetto per un piccolo appartamento di INT2 Architecture
4 Contenitori
In una casa piccola è molto utile studiare l’arredamento in modo da sfruttare qualsiasi superficie, qualsiasi punto che potenzialmente potrebbe diventare un contenitore, un cassetto, un’antina, per chiudere i nostri oggetti e non creare disordine.
Se abbiamo una scala prediligiamo un’armadiatura che ne segua l’andamento o dei ripiani al di sotto, oppure per un letto, prevediamo sempre dei cassettoni nella parte inferiore, che si riveleranno molto utili ad esempio per tenere la biancheria pulita.
Una seduta può diventare una scatola per contenere, un armadio può essere studiato per ottimizzare il numero di vani in tutte le direzioni, e così via.
In questo caso si capisce il miglioramento che si ha nel progettare una casa piccola su misura, piuttosto che riadattando arredi esistenti.
Contenitori in spazi di risulta – Appartamento a Monaco di Baviera
a sinistra: scala-contenitore a Korivama, Giappone, di Kotaro Anzai – a destra: un esempio di scala contenitore trovata sul web
5 Un progetto in fase di realizzazione
Il progetto di cui parlerò qui di seguito nasce per l’esigenza di del nostro cliente di organizzare al meglio lo spazio, e dividere la zona notte dalla zona giorno.
Grazie all’altezza siamo riusciti a prevedere una zona letto su soppalco, direttamente appoggiata su armadiature e librerie al livello sottostante.
Il progetto è diventato davvero una sfida per non sprecare centimetri preziosi, ma allo stesso tempo non togliere luce e spazio in un ambiente già di per se molto piccolo. Abbiamo quindi escluso di frazionare la stanza in due parti, come inizialmente si pensava, perché dividere 18 mq in effetti voleva dire davvero dimezzare lo spazio vitale.
Il fatto di creare la zona letto su soppalco ha permesso di avere un’ambiente unico sottostante, dove sistemare le varie funzioni della vita quotidiana: una cucina ad angolo che diventa armadiatura da un lato, e una panca/cassettiera/libreria dall’altra. Da una parte un volume più chiuso e dall’altra un arredo più leggero, meno invasivo, essendo visivamente collocato nella prospettiva di ingresso.
La panca fungerà da svuota tasche/scarpiera nel primo tratto, nel secondo da seduta per un tavolino pranzo e nella terza cassettoni utili per riporre qualsiasi cosa.
Al soppalco si potrà accedere da una scala a gradoni per recuperare spazio in altezza, con sotto dei vani attrezzati.
Sopra ancora vani dove riporre oggetti e una libreria leggera che fa da parapetto, che separa in modo leggero, non chiude rispetto alla luce ma lascia la privacy della zona notte.
Il tutto è pensato in toni chiari, come bianco e rovere sbiancato, per fare da sfondo agli oggetti della vita quotidiana.
Qualche sfida da proporci per sistemare i vostri spazi?
Aspettiamo con piacere le vostre proposte!
Render del progetto all’ingresso.
Una cucina rustica tra il mare e i fiori delle Azzorre
Siamo ormai lontani dalle stupende montagne vulcaniche delle Azzorre, e dal suo mare pulito e vasto, ma ogni tanto la mente vaga tra i ricordi e i profumi delle isole, facendoci riassaporare il relax del vento che accarezza la pelle.
Nel nostro viaggio abbiamo avuto la fortuna di incontrare molte persone, e pernottare in luoghi unici che di sicuro siamo lieti di consigliare; uno tra questi si trova a Povoação, nell’isola di São Miguel.
Quinta Atlantis nasce dalle rovine di un’ex scuola del paesino costruita da una ricca famiglia di Sao Miguel, ed è stata ristrutturata con estremo gusto e rispetto per la tradizione.
Troverete un clima accogliente e gentile, e la mattina sarete coccolati dalle stupende colazioni di Adelia, tra marmellate fatte in casa, pane caldo dell’isola. Interessante sentire da lei e suo marito come hanno risistemato questo posto ormai invaso dalla vegetazione e abbandonato a se stesso per portarlo allo splendore che è oggi.
Pezzo forte della casa è sicuramente la loro cucina rustica, con un pavimento in pietra, e i colori delle Azzorre tutto intorno, ed è proprio questa che voglio mostrarvi con alcune foto fatte durante il nostro soggiorno li.
L’arredamento è fresco e nello stesso tempo ricco, pieno di dettagli che fanno pensare alle tradizioni locali, ma anche alle contaminazioni che arrivano da terre lontane, ad esempio ricordano lo stile provenzale, o addirittura le cucine shabby chic. L’azzurro è il colore dominante, e il nero della pietra lavica completa il quadro.
I fiori decorano gran parte degli ambienti, e avvolgono del loro profumo chi si trova a passare di li, per un te o un caffè, o per scambiare due semplici chiacchiere.
Direi che si tratta di un ottimo spunto per creare le nostre cucine su misura in un modo un po’ diverso dal solito!
Quando l’architettura temporanea incontra il game design
Io, come già sapete, mi occupo di architettura e design, mentre Augusto si occupa, tra le altre cose di giochi urbani.
Se si uniscono queste due cose, va a finire che ci ritroviamo a partecipare a quello che è considerato un Campionato del Mondo di gioco e trasformazione urbana, e magari tra le altre cose, ci capita anche di vincerlo!
Torniamo oggi da un’esperienza incredibile, che unisce proprio queste due cose, e in più ci mette il fatto di creare qualcosa per la città, che sia capace di far vivere alle persone un’esperienza, un gioco…perché giocare fa bene, sempre, ad ogni età!
72 Hours interactions è il nome della manifestazione organizzata da 72 hours urban action, Invisible Playground e Urbane Künste Ruhr che ha visto 5 team da 12 persone provenienti da tutto il mondo sfidarsi con abilità costruttive e creatività per realizzare un’ architettura temporanea per la città di Witten.
Il mio team, gli Herdecke Sawhorses, è stato quanto di meglio io potessi immaginare per un gruppo di lavoro!
Grazie quindi a :
Marcus Boinet (FR), Charlotte Thon (FR), Mariateresa Paolicelli (IT), Matteo Uguzzoni (IT), Augusto Pirovano (IT), Claudio Pesoli (IT), Marie Sammet (DE), Jirka Wolff (DE), Angelika Weissheim (DE), Mathias Wunderlich (DE), Jason Corace (US)
Ogni team ha avuto una missione da svolgere, la nostra era: ” Create un luogo per ricordare il futuro”.
Non così semplice direi!
72 ore di tempo per progettare, ideare, costruire e assemblare la nostra idea, un’interazione tra architettura e gioco urbano, in modo che le persone del vicinato potessero utilizzare la struttura, in modo che i bambini potessero giocarvi.
Ecco la planimetria del progetto: una piazza con un grande monumento un po’ defilato per i cambiamenti temporali, e un passaggio, percorso ogni giorno da molte persone. Di fianco un parcheggio e una ricicleria. Nessuna attrattiva, nessun motivo per fermarsi e sostare in quel luogo.
L’idea era proporre un gioco integrato in un’architettura temporanea, che fosse anche un percorso, spezzato in due come suggerivano i confini del lotto di progetto. Libertà dunque di interazione con la struttura, libertà di tirare dritto e andare per la propria strada.
Il percorso è stato concepito come un itinerario nelle varie fasi della vita, dall’infanzia alla vecchiaia, passando per adolescenza ed età adulta.
L’architettura scandisce le tappe, e si trasforma nello spazio, creando prima uno scivolo per i più piccoli, fino ad un tavolo da lavoro o a una panchina per riposare.
Ma come si gioca?
Semplice, è una gara tra due giocatori.
Si parte agli estremi del percorso, si suona un campanello e si seguono le tracce per terra e sulla struttura, che indicano dei passi, dei salti, delle mani da appoggiare, delle direzioni da prendere. Ad un certo punto del percorso ci si incontrerà, e allora ci sarà da districarsi, da incastrarsi, da aggrovigliarsi…da ridere insomma!
Chi vince? chi arriva per primo dall’altra parte.
I passi e le mani seguono la logica temporale delle fasi della vita, e ricalcano concettualmente delle posizioni familiari; ti troverai quindi a gattonare, a camminare all’indietro, a sederti, o passare sotto ad un ostacolo.
La cosa più bella di tutto questo? Senza dubbio la gente, il gruppo, non solo il mio, ma anche gli altri team, ma anche le persone che si sono divertite nel mettersi in gioco, quelle stupite, quelle che hanno creduto in questa impresa e che hanno fatto in modo che diventasse realtà.
Siamo tornati a casa con una carica incredibile addosso, pensando di aver lasciato un segno e perché no, di poterlo un giorno ripetere.
Un arredo a misura di gatti, cani e perché no, conigli!
Parliamo sempre di interni, e parliamo di mobili su misura. Ma questa volta l’attenzione è rivolta ai nostri amati animali domestici, che vivono la casa quanto noi, anzi, in qualche caso anche di più.
Voi ci avete mai pensato ad un arredo a misura di gatti, cani e… perché no, conigli?
Di sicuro l’idea di creare dei mobili su misura per loro soddisfa molto più le nostre esigenze di ordine e armonia degli spazi rispetto al loro gusto personale, che si sa, viene plasmato dalla nostra vicinanza.
Ma penso che soprattutto negli ambienti dove c’è poco spazio, sia un’ottima soluzione per vivere meglio questa convivenza.
Qui di seguito alcune realizzazioni di arredamento molto molto particolari!
A sinistra I-CHI Cat House, una casa dove i gatti hanno libero sfogo, disegnata da uno studio indipendente di Taipei, a destra il Cat-table, di Ruan Hao per Hangzhou
A sinistra la “Rocking-2-gether Chair” by Paul Kweton, a destra alcuni degli arredi pet-frendly di Modernist Cat di Crystal Gregory
Sono perlopiù arredi volti al gioco, alla scoperta, che stimolano la curiosità del nostro animaletto, e in alcuni casi, come per i conigli, creano un diversivo per evitare la distruzione progressiva del resto della casa!
Perché parlo così?
Perché ho un coniglio a casa. E si chiama Mirò. Nemmeno per un momento mi è venuto in mente di tenerlo in gabbia, per cui casa mia è casa sua…anzi, il contrario!
È stato importante per i primi tempi, quelli in cui in coniglio sviluppa la sua vena distruttiva in quanto deve impossessarsi dell’ambiente che lo circonda, mettere in sicurezza alcuni punti, come i cavi elettrici e gli angoli dei muri (è ghiotto di intonaco!!), ma per il resto me la sono cavata con qualche angolino sbeccato.
La sua cuccia è una vera e propria casa: ha la toilette, la cucina dove mangia, il posto dove fare il riposino e non mancano delle tane dove può nascondersi in santa pace.
Questa è la sua cuccia; il calorifero è ovviamente spento, e serve per creare un piano di appoggio per la tana del fieno. Le altre cassette sono un gioco: nascondigli e pedane dove saltare.
In cantiere c’è un progetto, che è quello di una parete libreria con la parte bassa adibita a gioco, con aperture e tunnel, angoli da sgranocchiare e posti dove rintanarsi. Non vedo l’ora di vederne un prototipo!
E voi avete mai pensato ad un mobile su misura per il vostro animale? Nei vostri sogni come dovrebbe essere?
Provate a dirmelo qui sotto, con un commento!
4 tecniche per ristrutturare casa e ottimizzare lo spazio
Rispolverando gli archivi fotografici è saltato fuori il progetto per la casa di Sara del 2009, che a quel tempo aveva deciso di andare a vivere da sola, e che, sempre allora, mi aveva chiamata per darle una mano per ristrutturare casa, e sfruttare al meglio uno spazio di per sé piuttosto piccolo.
Si parla di una circa 40 mq, che in origine sembravano mal sfruttati, ma che con alcuni accorgimenti siamo riuscite a rendere più vivibili. Eccone alcuni!
Open space
L’appartamento era composto da due ambienti ben distinti e non comunicanti; l’idea di unire le due stanze e creare un ambiente unico è sembrata la soluzione vincente, sia per la luminosità che per la distribuzione dello spazio. Abbiamo così collegato i due ambienti con un grande arco, collocando da una parte la cucina pranzo, e dall’altra il soggiorno.
Soppalco
Avendo una notevole altezza abbiamo pensato di creare una zona soppalcata, sulla quale inserire la zona notte: quest’ultima risulta piuù appartata, ma comunque collegata al resto della casa, e per ottimizzare lo spazio abbiamo collocato la scala nella nicchia già presente in un angolo.
Il soppalco è stato realizzato interamente in legno, dalle travi alle finiture, in parte naturali in parte laccate bianche, e completato da una ringhiera in ferro verniciato bianco.
Cabina armadio
Sotto al soppalco, in linea con la struttura portante dell’appartamento, abbiamo ricavato una cabina armadio, con pareti in cartongesso e porta rasomuro. Rimane così tra la scala di accesso al soppalco e la parte dedicata al soggiorno, sfruttando quando più spazio possibile.
Un altro spazio ‘ripostiglio ‘ è stato ricavato grazie ad un ribassamento portante nella zona bagno, accessibile dal soppalco. Per questo una antina a libro chiude un vano abbastanza grosso da contenere valigie, cambio stagioni e biancheria.
Penisola cucina
La zona cucina è collegata col resto della casa con una penisola,su cui sono posizionati i fuochi. Chi cucina è diretto verso l’area pranzo, creando un pretesto di convivialità e scambio.
Ci si può sedere a tavola, oppure accomodarsi sugli sgabelli della zona snack, in attesa di essere serviti.
Per ristrutturare casa a volte bisogna avere delle idee, anche semplici, capaci di rendere lo spazio meno angusto e, se si riesce a dialogare col cliente nel modo giusto, i risultati danno delle belle soddisfazioni!
Una casa su misura dei ricordi
Chi è passato da casa dei miei genitori, è rimasto di sicuro colpito dalla quantità di oggetti che contiene, accuratamente disposti, con una cura meticolosa.
Quadri, vasi, foto, e ogni sorta di ricordo è li, a comporre un’armonia, una vita.
Giochi di specchi aiutano ad amplificare la forza delle prospettive, e l’occhio non ha sosta mentre si perde nei dettagli.
Hanno di sicuro avuto una vita ricca. i miei, e per loro la casa è un rifugio sicuro, un nido dove ogni cosa parla di loro e di cosa hanno fatto.
La musica, il teatro, l’arte. La famiglia.
Questo voleva essere un esempio di quanto a volte possa essere bella una casa senza essere minimalista a tutti i costi. Spesso cerchiamo di ‘assomigliare’ a quello che vediamo nelle riviste, e scegliamo una cucina o un armadio in base a quello che non ci crei troppi vincoli. ‘Neutrale’ sembra essere la parola d’ordine.
Quando ti trovi davanti a una casa come questa non puoi che esserne affascinato. Le persone e il luogo si fondono, e lo spazio è pensato per loro, e per nessun altro.
Arredare casa vuol dire anche questo: lasciare che la nostra personalità venga fuori, che ci sentiamo a nostro agio, e a volte il nostro compito si limita ad accompagnare nelle scelte, non a forzarle.
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